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giovedì 3 novembre 2011

fotovoltaico tecnologico detrazione 10%

Prendete una lastra di vetro o un pezzo di plastica trasparente. Ricopritela con uno strato di biossido di titanio, la stessa polvere usata nelle ceramiche. Infine spalmateci sopra un po’ di marmellata di mirtilli. O se preferite un estratto di arance rosse. E voilà. La cella fotovoltaica è pronta. Ebbene, questa potrebbe essere la strada per produrre energia pulita nei prossimi anni.

È questa la nuova frontiera della ricerca in campo biomolecolare. Messa a punto ad Arnesano, alle porte di Lecce. Nel Centro di nanotecnologie biomolecolari dell’Istituto italiano di tecnologia (IIT), in collaborazione con Cnr e Università del Salento. Qui un team composto da una sessantina di giovani ricercatori (età media 33 anni), studia i pannelli di terza generazione.

All’interno di una cella il colorante (mirtillo) svolge un ruolo paragonabile a quello della clorofilla nel processo di fotosintesi nelle foglie. Dunque le caratteristiche del colorante determinano l’efficienza di captazione, quindi i rendimenti di conversione della luce in energia.

Questa tecnologia consente di produrre celle solari flessibili da installare su superfici curve: auto, mobili, giocattoli e oggetti di arredo. Inoltre, il fatto di poterle colorare e rendere trasparenti, offre una nuova compatibilità architettonica, con la possibilità di inserire gli edifici nel contesto urbano. Non solo. Gli strati di materiale si possono sovrapporre come in un sandwich, aumentando il numero di funzioni del substrato di vetro o plastica: «Pensiamo ad esempio a pannelli capaci di produrre energia elettrica - spiega Roberto Cingolani, direttore scientifico dell’IIT - e fornire una efficace schermatura dalla radiazione solare». Oppure alla possibilità di generare luce artificiale su un lato della facciata dell’edificio, mediante l’utilizzo di fonti luminose con tecnologia Oled, la stessa dei televisori ultrapiatti.

fonte: corriere.it




http://www.seventyindustry.com/

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