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lunedì 7 novembre 2011

dal-2012-un-conto-energia-per-il-solare-termico

Il mercato italiano del solare termico rappresenta il 12% delle installazioni dell'Unione Europea ed è uno dei più importanti mercati del continente. C'è però ancora molto da fare e occorre puntare a un nuovo sistema incentivante, un conto energia per le rinnovabili termiche in grado di portare la diffusione della tecnologia dagli attuali 2,6 milioni di metri quadrati di collettori installati a oltre 18 milioni di m2 entro il 2020.
È quanto emerso dal convegno “Il tetto che scotta: incentivi e sfide del solare termico al 2020”, organizzato da Assolterm nell’ambito della mostra-convegno Solarexpo & Greenbuilding 2011. Il mondo del solare termico italiano ha affrontato alla Fiera di Verona le prospettive e le sfide legate alle novità introdotte dal decreto legislativo n. 28 del 3 marzo 2011, di recepimento della direttiva europea sulle rinnovabili (2009/28/CE).
Secondo Valeria Verga, segretario generale di Assolterm (l'associazione di categoria del solare termico) “il decreto legislativo ha avuto il merito di riequilibrare l'attenzione nei confronti delle termiche, rendendo obbligatorio installare queste tecnologie sui nuovi edifici. Un provvedimento che porterà ad un nuovo sistema incentivante per queste fonti, probabilmente uno specifico conto energia i cui costi verranno spalmati sulle bollette del gas.”
Una novità che continuerà a sostenere il solare termico dopo la detrazione fiscale del 55% destinata a chiudersi il 31 dicembre 2011. Il mercato italiano del solare termico è passato, con l’introduzione della detrazione, dai circa 350mila metri quadrati annuali nel 2007 agli attuali 500mila m2 del 2010. Oggi ha un giro d'affari di circa 500 milioni di euro, con un occupazione diretta di 5mila addetti. Se però si considera l’installato per abitante le cose non vanno ancora benissimo: siamo a 0,04 m2 pro capite contro gli 0,43 dell'Austria, con una media europea di 0,06 m2/abitante.
Il nuovo decreto legislativo obbligherà a installare nei nuovi edifici o in caso di ristrutturazioni sostanziali, fonti rinnovabili non elettriche in modo da soddisfare almeno il 50% del fabbisogno di acqua calda e una percentuale minima dei consumi termici totali che salirà dal 20% nel 2012 al 30% nel 2014 e al 50% a partire dal 2017. “Obblighi ambiziosi - ha fatto notare Valeria Verga - che però purtroppo non valgono per le ristrutturazioni minori e per quelle limitate agli impianti termici, neppure per le aree sottoposte a vincolo e solo in parte nei centri storici”.
“Fornire con le rinnovabili sufficiente calore da soddisfare gli obblighi sarà una sfida non banale per i progettisti”, ha spiegato Stefano Casandrini di Assotermica. Tra le possibilità illustrate quella di integrare le pompe di calore con il solare termico e altre tecnologie. Un altro problema che si accentuerà nel corso dei prossimi anni è la competizione tra solare termico e fotovoltaico per lo spazio sulle strutture edilizie. “Da un punto di vista impiantistico avrebbe più senso tenere il solare termico sul tetto e spostare gli impianti fotovoltaici su frangisole, pensiline o altre strutture esterne” ha spiegato Casandrini.
Secondo Riccardo Battisti di Assolterm il futuro conto conto energia per il solare termico dovrebbe essere valido per tutte le applicazioni (acqua calda sanitaria, riscaldamento, solar cooling, processi industriali). Per gli impianti al di sotto dei 35 chilowatt termici, ossia circa 50 metri quadri di collettori, il contributo proporzionale all'energia prodotta verrebbe erogato seguendo una tabella che stima una produzione di 700 kWh per metro quadrato di pannelli, mentre gli impianti fino a 1000 kWt dovrebbero dotarsi di sistemi di contabilizzazione del calore, e quelli superiori essere incentivati tramite il meccanismo dei certificati bianchi. Il decreto non prevede la cumulabilità del conto energia termico con altri incentivi nazionali; tuttavia, Assolterm propone che sia cumulabile almeno con gli incentivi erogati dagli enti locali.
In termini di redditività del nuovo incentivo “le tariffe dovranno essere stabilite in modo da sostenere la tecnologia – ha spiegato Battisti - ma non essere tanto elevate da attirare gli speculatori e far arrivare nel settore operatori non preparati adeguatamente.”
Il decreto stabilisce che l'incentivo abbia una durata massima di 10 anni e che le tariffe non calino nei primi due. La proposta dell'associazione è di farle scendere del 20% ogni 4 anni o comunque al superamento di determinati obiettivi (cap) sull'installato. Nel caso in cui il conto energia durasse 10 anni, Assolterm propone che si parta con una tariffa di 0,15 euro/kWh per arrivare a 0,10 nel 2020. A quella data il conto energia, assieme alle installazioni obbligatorie (non incentivate), dovrebbe favorire l’installazione annuali di circa 3 milioni di metri quadrati l'anno. Il costo è stimato in circa 220 milioni di euro all'anno.

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