Visualizzazioni totali

domenica 29 aprile 2012

Quinto conto energia modifica del decreto

Il quinto Conto energia per il fotovoltaico è sgradito anche alle 85.000 piccole e medie imprese italiane che continuano a lavorare nel settore delle rinnovabili. Lo afferma un comunicato congiunto di Cna (Confederazione nazionale dell’artigianato), Confartigianato e Casartigiani, ricordando gli oltre 200.000 occupati nelle varie aziende tra produttori di tecnologie, installatori e così via. Gli schemi dei decreti pubblicati la scorsa settimana, senza opportune correzioni, rischiano di bloccare gli investimenti di queste imprese, perché «introducono procedure burocratiche e prenotazione degli incentivi che penalizzano in misura maggiore i piccoli impianti». La critica è all’ennesimo cambiamento delle regole, dopo la riduzione delle tariffe prevista dal quarto Conto energia di maggio 2011. Secondo la nota congiunta, «è necessario tutelare gli impianti di piccola dimensione, almeno fino a 30 kW di potenza, che non dovrebbero essere soggetti a tetti massimi di incentivazione né all’obbligo di iscrizione al registro». L’incentivo dovrebbe essere automatico, anche perché i maggiori oneri in bolletta - evidenziano le associazioni dell'artigianato - si devono piuttosto alle grandi centrali e a quelle del Cip6, che poco o nulla hanno a che spartire con le rinnovabili. Intanto sono arrivate le proposte Anie-Gifi per correggere il nuovo Conto energia. Per prima cosa, si chiede d’innalzare il budget complessivo per gli incentivi a sette miliardi di euro l’anno, quindi 500 milioni in più rispetto alle stime del Governo. In secondo luogo, si sollecita l’entrata in vigore del sistema dal primo settembre 2012 e non prima, tutelando contemporaneamente gli investimenti già avviati (per esempio i grandi impianti in costruzione o già collegati alla rete ma non iscritti a registro). Infine, Anie-Gifi vorrebbe più provvedimenti per favorire l’industria nazionale del fotovoltaico. La bozza del decreto trasmessa dal ministero dello Sviluppo economico, invece, avrebbe “effetti destabilizzanti” per il mercato, «in un settore che è già stato fortemente colpito da numerose e penalizzanti modifiche negli ultimi 18 mesi», ha spiegato il presidente Anie-Gifi, Valerio Natalizia. Sull’argomento è intervenuto anche l’amministratore delegato di Enel Green Power, Francesco Starace. «Il fotovoltaico - ha commentato - ha portato 36 miliardi d’investimenti lo scorso anno, che non è stato il massimo dal punto di vista dell'economia». Come procedere allora? Nervi saldi, incentivi in graduale discesa mantenendo la stabilità del settore, senza far scappare gli investitori, è la ricetta illustrata da Starace.

Nessun commento:

Posta un commento