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giovedì 26 aprile 2012

incentivi fotovoltaico: tempi difficili!

Il difficile futuro del comparto, più che i risultati di un 2011 tutto sommato positivo, è stato al centro della presentazione della quarta edizione del Solar energy report dell'Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, anche quest'anno caduta nel mezzo dei cambiamenti normativi che stanno interessando il settore. Il varo dello schema di riforma del Conto energia da parte del Governo poche settimane fa, infatti, ha messo in secondo piano i numeri dello scorso anno, che pure hanno riservato diverse sorprese.

Innanzitutto il segno meno: nel 2011, al netto del Salva Alcoa, in Italia sono stati installati 5,65 GW, un dato significativo se si tiene conto del blocco di tre mesi provocato dalla complessa gestazione del quarto Conto energia, ma pur sempre il 6,6% in meno rispetto al 2010 dei record. L'arretramento è ancora più evidente se si prende in esame il volume d'affari generato dal comparto: in questo caso la diminuzione rispetto all'anno precedente è del 31% (14,8 miliardi di euro di fatturato), a causa soprattutto dell'evidente calo del prezzo chiavi in mano per tutti i segmenti di mercato, con conseguente riduzione dei margini per gli operatori. Tutto questo ha avuto un impatto anche sull'occupazione diretta del settore, diminuita del 3% in confronto al 2010 (18.000 unità). La tipologia prevalente di installazioni del 2011, inoltre, è stata diversa dalle aspettative: nonostante il quarto Conto energia cercasse di favorire la diffusione dei piccoli impianti, in realtà la quota del solare di taglia superiore a 1 MW è aumentata dal 22 al 31%. Inoltre la percentuale degli impianti su tetto non è andata oltre il 38% della potenza installata.

In questo scenario in chiaroscuro è letteralmente piombata la riforma del sistema di incentivazione: secondo l'analisi dei ricercatori del Politecnico, la sforbiciata alle tariffe prevista dallo schema predisposto dal Governo è rilevante. Si va infatti da un meno 38,5% (rispetto a quanto stabilito dal quarto Conto energia) per gli impianti di piccola taglia, a un massimo del -65% per quelli di grandi dimensioni. Questi ultimi rischiano di diventare non appetibili per gli investitori, mentre i piccoli lo saranno soltanto a patto di decise riduzioni dei prezzi per i clienti finali. L'applicazione del Registro per tutte le installazioni sopra i 12 KW, ossia poco più che residenziali, rischia inoltre di essere fortemente penalizzante per il settore.

«Il giudizio sul nuovo Conto energia è negativo - ha commentato Valerio Nataliza di Anie Gifi - perché si tratta di un provvedimento che non favorisce lo sviluppo del comparto. Con i criteri di accesso al Registro, non si faranno né impianti commerciali né industriali, al massimo si potranno installare 400-500 MW a semestre. Il budget stanziato rappresenta un altro punto negativo: i 6,5 miliardi annui di spesa cumulata per il fotovoltaico non garantiscono una diminuzione progressiva degli incentivi senza traumi ma, al contrario, il rischio è quello di far schiantare il mercato. Altra nota dolente è il Registro: si parla da anni di semplificazione e invece si introducono meccanismi che aumentano la burocrazia e i costi. Quantomeno il limite dei 12 kW andrebbe innalzato».

Anche secondo Gianni Chianetta, presidente di Assosolare, l'attuale formulazione del quinto Conto energia rende improbabile il raggiungimento dei 2-3 GW di nuova potenza installata annua auspicati dal Governo. Le previsioni degli analisti del Solar Energy report sono invece leggermente più ottimistiche, almeno per quanto riguarda il 2012, che si dovrebbe chiudere con 1,8 GW di nuova capacità. Più tiepide invece le stime per il 2013, con “soli” 1,5 GW di installato. Il dato di fiducia per il settore è rappresentato dalla grid parity, ossia la piena competitività con le fonti fossili, ormai molto vicina per il solare nazionale per effetto del deciso decremento del prezzo dei moduli.

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