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mercoledì 25 aprile 2012

DIBATTITO Il mondo delle rinnovabili si compatta contro la riforma degli incentivi Operatori e associazioni sono scesi in piazza a Roma per chiedere la revisione dei decreti governativi 19 Aprile 2012 Associazioni di categoria, lavoratori e imprenditori delle rinnovabili hanno manifestato ieri mattina a Roma davanti a Montecitorio per chiedere al Governo di rivedere gli schemi dei decreti sull'incentivazione delle fonti pulite elettriche. «Per la prima volta il mondo delle rinnovabili scende in piazza mostrando la sua forza e determinazione nell'impedire che nel nostro Paese si ponga fine allo sviluppo delle energie pulite come volano di crescita economica e di sostenibilità ambientale - ha dichiarato il vicepresidente di Legambiente, Edoardo Zanchini -. Il Governo, e in particolare il ministro Passera, hanno sbagliato nel metodo, approvando i decreti senza alcun confronto con le associazioni di settore, e nel merito, perché i testi sono pieni di impedimenti burocratici e di barriere agli investimenti che avrebbero l'effetto di fermare i successi realizzati in questi anni in termini di produzione di energia pulita e di nuova occupazione. I decreti devono essere cambiati e all'Esecutivo spetta la responsabilità di riaprire il confronto, perché il sistema di registri e aste, limiti annui e nuovi balzelli non ha paragoni al mondo per complessità». Secondo Anie/Gifi e Assosolare due sono i punti chiave, all'interno del decreto, sui quali gli imprenditori non sono disponibili a compromessi. Innanzitutto il ripristino dei 7 miliardi euro l'anno già contemplati dal quarto Conto energia come limite di spesa cumulato per gli incentivi al solare e l'innalzamento della soglia minima di potenza (fissata a 12 kW) per l'obbligo di accesso al Registro del Gse. La mobilitazione continuerà nelle prossime settimane per chiedere a Parlamento e amministrazioni regionali di impegnarsi per la modifica dei decreti, in particolare nel passaggio decisivo in Conferenza Stato-Regioni. Secondo gli operatori ci sono, infatti, tutte le condizioni per trovare un accordo che preveda l'eliminazione della burocrazia e degli extra costi per chi vuole realizzare gli impianti e al tempo stesso la garanzia di sussidi ridotti ma certi. La proposta delle associazioni è quella di prendere a modello il sistema adottato in Germania, che riduce gli incentivi progressivamente attraverso il confronto con le imprese, ma in maniera trasparente, senza tetti annui o burocrazia. «Proprio le fonti rinnovabili termiche ed elettriche, il risparmio e l'efficienza energetica sono la strada maestra per ridurre i costi delle bollette di famiglie e imprese che sono stati alla base delle polemiche delle ultime settimane - aggiunge Zanchini -. Pare, però, che per il Governo la questione si sia ridotta unicamente ai tagli alle rinnovabili, proprio come volevano i produttori di energia da carbone, petrolio e fonti fossili. Oltre a rinviare per l'ennesima volta i decreti sulle rinnovabili termiche che sono in attesa da settembre, nessuna proposta sta arrivando dal ministro Passera o dall'Autorità per l'energia per cancellare le tante voci di spesa insopportabili che ancora si trovano nelle bollette degli italiani o per ridare speranza ai consumatori dopo il fallimento delle offerte biorarie, proprio per i rincari nelle ore serali da parte delle aziende elettriche». Inoltre, secondo Anie Gifi e Assosolare, se si dovesse dare il via libera quinto Conto energia senza le opportune modifiche, il costo dell'energia elettrica sarebbe destinato ad aumentare ulteriormente. Un po' diversa è, invece, l'opinione di Luca Dal Fabbro, amministratore delegato di Domotecnica e vice presidente Aiget: «La protesta di Legambiente e delle associazioni di categoria contro i tagli al fotovoltaico e alle fonti rinnovabili da parte del Governo è in parte legittima ma va contestualizzata: di fronte alla necessità di adottare una politica per raggiungere gli obiettivi imposti dall'Ue, quella del Governo è una decisione controversa. Come ben rimarca la piazza, oltre ai tagli al fotovoltaico mancano politiche a sostegno di sistemi energetici efficienti altrettanto importanti, come il solare termico o la pompa di calore, che non hanno goduto e non godono dello stesso sistema di incentivazione generoso del fotovoltaico. La vera sfida oggi per il nostro Paese è quella di rendere più efficiente l'energia utilizzata visto che, per esempio, il patrimonio immobiliare italiano è energivoro e circa la metà dell'energia consumata viene sprecata. Si rende quindi necessario pensare in prima battuta a un concreto piano di supporto economico alle opere di riqualificazione di edifici e impianti e, in un secondo momento, focalizzare l'attenzione sugli incentivi alle rinnovabili. Inoltre, sostenere l'efficienza energetica rappresenterebbe un importante supporto allo sviluppo delle competenze e tecnologie nazionali come nel settore delle pompe di calore e caldaie a condensazione, cosa che invece non si può dire del fotovoltaico, la cui produzione viene sopratutto dall'estero».

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