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venerdì 28 ottobre 2011

RINNOVABILI Fotovoltaico, i benefici valgono più degli incentivi

Il fotovoltaico ha bisogno di un cambio di rotta dal punto di vista comunicativo, perché attualmente il settore finisce sulle prime pagine dei giornali più per le polemiche legate ai costi del suo sistema di incentivazione che non per i benefici apportati. Ne è convinta l'associazione di categoria Gifi-Anie, che ha presentato un dossier intitolato “Tutta la verità sul fotovoltaico in Italia”, che si pone per l'appunto l'obiettivo di evidenziare presso istituzioni e opinione pubblica i vantaggi derivanti dallo sviluppo del solare.

La necessità di questo cambio d'immagine è emersa dopo le vicende della scorsa primavera: la discussa riforma del quarto Conto energia è arrivata a traino dei dati sul caro incentivi, a cui il variegato mondo delle associazioni di settore non è riuscito a contrapporre un efficace messaggio positivo. «L'informazione parziale ha portato il Governo a prendere delle decisioni sbagliate - ha spiegato Valerio Natalizia, presidente Gifi-Anie -. Il famoso decreto rinnovabili dello scorso marzo ha bloccato il settore per 3 mesi, creando un'incertezza nociva per il comparto. Anche tutte le situazioni di illegalità vera o presunta che hanno coinvolto le rinnovabili sono state ingigantite dai mass media». Il dossier di risposta, innanzitutto, prende le mosse dai numeri del fotovoltaico che, come noto, ha già abbondantemente superato l'obiettivo di 8 GW stabilito dal Piano energetico nazionale per il 2020. Il solare nazionale viaggia infatti abbondantemente sopra gli 11 GW, anche se, secondo Natalizia, i numeri record delle ultime settimane sono soprattutto da attribuire alle ritardate comunicazioni di entrata in esercizio di molti grandi impianti piuttosto che a un vero fermento del settore.

Il fotovoltaico, comunque, nel periodo gennaio-agosto 2011 ha generato ben il 3% dell'elettricità nazionale, (percentuale che sale al 6% nel solo mese di agosto) riducendo così le importazioni di fonti fossili per circa 2 Mtep. Proprio l'aumento della produzione da una fonte intermittente come il solare ha da più parti suscitato allarmi per la tenuta della rete elettrica, ma secondo Gifi le difficoltà possono essere ampiamente superate e gestite ricorrendo a tecnologie per la gestione intelligente dell'energia (Smart grid), dell'accumulo (batterie e veicoli elettrici) e del pompaggio idroelettrico, oltre che da appositi interventi organizzativi per una migliore gestione del mercato elettrico.

La questione che interessa maggiormente l'opinione pubblica è però rappresentata dal costo degli incentivi e dal loro impatto sulle bollette elettriche. Secondo il dossier Gifi, nel 2010 i sussidi al fotovoltaico sono costati in tutto 826 milioni di euro, circa un quinto degli oneri complessivi della componente A3 ed appena l'1,5% della bolletta elettrica totale. «Da un costo di 8 milioni di euro per GWh il fotovoltaico è sceso oggi a 2 milioni e diminuirà ulteriormente a 1,4 - ha puntualizzato Natalizia -. Gli incentivi hanno dunque già intrapreso un percorso virtuoso e quando, tra non molto, raggiungeremo la grid parity, se ne potrà fare a meno del tutto. Noi d'altronde abbiamo sempre considerato i sussidi non come un fine ma, piuttosto, come un mezzo per far maturare questa tecnologia». Buona parte di questi incentivi resta sul territorio nazionale, nonostante la debolezza della nostra produzione industriale: il peso del costo dei moduli sul totale dell'investimento di un impianto tipo è infatti diminuito nel corso degli anni dal 70 al 25%, dunque la filiera della Penisola, molto organizzata a valle, partecipa pienamente al business del settore.

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