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venerdì 25 marzo 2011

RAPPORTI Troppe incertezze sulle rinnovabili: Italia in bilico per il 2020 Mentre continuano le trattative tra Governo e associazioni sugli incentivi, l'Erec avverte: bene l'Europa per l'energia verde, un po' meno il nostro Paese

Nel 2020, il 20% dell’energia proverrà davvero dalle rinnovabili in Europa? Questa domanda torna periodicamente nei dibattiti sulle fonti alternative e sulla loro capacità di trasformare l’economia del Vecchio continente. L’ultimo aggiornamento sui progressi dei 27 Stati membri è il rapporto “Mapping renewable energy pathways towards 2020” dell’Erec (European renewable energy council). Secondo il documento, sedici Paesi riusciranno a superare i rispettivi traguardi, assegnati da Bruxelles; ma non l’Italia, unica nazione (con il Lussemburgo) che dovrà importare una parte di energia verde per arrivare, tra nove anni, al 17% di rinnovabili sui consumi totali. L’Erec ha esaminato i Piani nazionali consegnati lo scorso anno alla Commissione europea; inoltre, ha confrontato gli obiettivi ufficiali con le stime dell’industria delle rinnovabili.

Il piano italiano tra obiettivi e ritardi
L’Italia, stando al piano del Governo, a quella data dovrebbe coprire il 16,15% della domanda energetica complessiva con le fonti pulite (26% nel settore elettrico, 17% in quello del riscaldamento, 10% nei trasporti). Il restante 0,8% dovrà essere importato da nazioni capaci di produrre un surplus di energia rinnovabile. Senza contare che il programma italiano, come ricorda la sintesi dell’Erec, presuppone che i consumi finali rimangano pressoché invariati da qui al 2020 attraverso misure di efficienza energetica non meglio specificate. Il piano nazionale - sostiene l’Erec - è molto dettagliato ma pecca di superficialità in alcuni punti decisivi, lasciando un baratro tra i numeri sulla carta e l’applicazione concreta delle varie misure. Ci sono ancora molte barriere: dalle infrastrutture obsolete alle autorizzazioni farraginose, passando per la confusione normativa, confermata dallo scontro di queste settimane tra Governo e associazioni sul terzo Conto energia per il fotovoltaico e, più in generale, sugli incentivi alle rinnovabili.

L'industria punta più in alto
Ci sono poi evidenti differenze tra il piano comunicato a Bruxelles e le previsioni delle aziende del settore. Non solo nel solare - otto Gw indicati dal Governo per il 2020, mentre la Roadmap dell’Aper assegna ben 26 Gw all’Italia - ma anche nelle altre fonti. Tanto che il nostro Paese, secondo l’associazione dei produttori di energia rinnovabile, potrebbe soddisfare il 39,5% dei consumi elettrici con le fonti alternative nel 2020, contro il 26,4% immaginato dall’esecutivo. Sommando il settore del riscaldamento e quello dei trasporti, sempre secondo le lobby delle rinnovabili, l’Italia potrebbe superare il 17% di energia verde sui consumi finali, portandosi al 19% senza importazioni. Tutto dipenderà, come evidenzia anche l’Erec, da quale politica energetica adotterà il Governo nei prossimi mesi, bilanciando il necessario abbassamento degli incentivi con uno sviluppo duraturo e omogeneo di tutte le tecnologie (solare, eolico, biomasse e così via).

L'Europa in linea per il 2020
E l’Europa nel suo complesso? Da tutti i piani nazionali emerge che il Vecchio continente dovrebbe superare di poco l’obiettivo con il 20,7% di energia verde nel 2020, addirittura il 24,4% secondo le proiezioni dei produttori dei vari Paesi. La quota delle rinnovabili nel settore elettrico dovrebbe aumentare dal 14,9% del 2005 al 34,3% nel 2020, con l’eolico al primo posto (14%) grazie soprattutto alle installazioni offshore, seguito dall’idroelettrico (10,5%), dalle biomasse (6,5%) e dal fotovoltaico (2,3%); solare termodinamico, geotermia ed energia marina si dividerebbero le ultime e scarse fette della torta. Secondo le lobby industriali, le rinnovabili potrebbero invece soddisfare il 42% dei consumi elettrici europei nel 2020. Che siano più ottimiste o conservative, le stime ci dicono che l’Europa centrerà il bersaglio, salvo improvvisi capovolgimenti nelle diverse politiche nazionali; rimane l’incertezza sull’Italia, che potrebbe però risolversi nelle prossime settimane con le decisioni finali sull'entità e la durata degli incentivi al solare.

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